L'esperto risponde

(Dr Maria Cristina Gambi, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Napoli-Ischia, con la collaborazione della Dr.ssa Mannino Anna Maria - Università di Palermo)

A seguito della segnalazione, è stata verificata da Gambi M.C. la situazione nella zona indicata dal Dr. Tiberti, ed in effetti la specie mostra una distribuzione altamente invasiva nelle aree delle parate e fuori le barriere della spiaggia di Sant’Angelo, interessando oltre che le pareti rocciose tra 2 e 5-6 m circa, anche alcune macchie di Posidonia oceanica. Alcuni talli sono stati prelevati ed inviati alla Dr.ssa Anna Maria Mannino dell’Università di Palermo ed esperta algologa proprio sull’identificazione di specie aliene. La Dr.ssa Mannino ha confermato che gli esemplari raccolti a Sant’Angelo sono in effetti ascrivibili alla specie aliena  Lophocladia lallemandii (Montagne) F. Schmitz 1893, una Rhodophyta, cioè alga rossa, di origine Indo-pacifica introdotta in molte zone del Mediterraneo e delle coste Italiane e con un habitus molto invasivo (Fig. 2). E’ interessante quanto riporta il Dr Tiberti che la specie sembra essere presente ad Ischia da quasi 20 anni e con alcuni periodi di forte invasione, come registrato nell’estate del 2009, tuttavia ad oggi nessuna segnalazione e verifica tassonomica era  stata fatta, per cui la specie non è di fatto ufficialmente segnalata tra i taxa alieni di Ischia (Gambi et al., 2016). La segnalazione di Tiberti, e conseguente verifica effettuata, che confermano la presenza cospicua di questa specie ad Ischia, saranno l’occasione per una segnalazione ad hoc e per un aggiornamento delle specie aliene presenti nell’isola d’Ischia. Lophocladia lallemandii infatti  per la sua invasività e densa copertura è un’alga che può avere effetti negativi anche per la nativa ed endemica Posidonia oceanica, come dimostrato in alcune zone del Mediterraneo.

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Fig. 2: Esemplari dell’alga rossa aliena ed invasiva Lophocladia lallemandii fotografati nella zona delle parate a Sant’Angelo (2 m di profondità) subito dopo la segnalazione del Dr. L. Tiberti (ottobre 2018) (Foto: Gambi M.C.).